sabato 4 febbraio 2006

"'A vita è comm' 'a scaletta d'o pollaio...


...curta curta e china 'e mmerda."
Con questa esplosione di ottimismo ci deliziava un personaggio di secondo piano (ma forse non troppo) in
Io speriamo che me la cavo, con Paolo Villaggio. Era un vecchietto seduto sul balcone che stava lì e aspettava, senza parlare mai, se non per rilasciare perle di siffatta saggezza. Non credo di dover tradurre per i non-napoletani.
La citazione, con il tema della vecchiaia, legato a doppio filo con quello della morte, mi aiuta ad introdurre qualche riflessione.

Un paio di giorni fa ero in funicolare, qui a Napoli. Una coppia di anziani, lei dalla faccia tenera, lui dallo sguardo vispo ma buono, sono seduti a due passi da me. Li guardo e, come spesso mi succede, penso ai miei nonni. Tutti. In pochi istanti penso alla fortuna che ho in tanti campi (la salute, l'unità della famiglia, ecc.) ma anche alla pesantissima assenza di nonni che sconto da qualche anno a questa parte. Sì, non ne ho più. Non voglio essere compatito per questo (c'è tanta gente che ha avuto lutti ben più gravi e "innaturali"), ma... è una mancanza che sento sempre. Sempre.
Il signore parla con la moglie, ma mi guarda, come a volermi coinvolgere nel dialogo. Non mi faccio pregare e intervengo per spiegargli, su sua richiesta, i piani del traffico che prevedono le targhe alterne ogni giovedì per i prossimi due mesi. Lui ride all'idea che un solo giorno alla settimana possa servire a qualcosa ed io ho difficoltà a dargli torto.
Si lamenta un pò perchè giusto il giorno in cui andrà al cinema, la funicolare chiuderà prima (di sera) per manutenzione ordinaria.
Chiacchiere da autobus, per capirci.
Finisce qui, nulla di trascendentale, ma un'ulteriore conferma che gli anziani hanno molte più ragioni di essere apprezzati di tantissimi giovani che conosco. Altro che noia, altro che rotture di palle...

Ieri, poi, mi arriva, ferale, la notizia della morte del nonno ultranovantenne di un amico. Una persona simpaticissima, che ho visto poche volte, ma di cui ho sempre parlato molto col mio amico e con altri. Stamattina sono andato al suo funerale.

In un momento in cui mezzo mondo si scanna per delle vignette su Maometto, non ho problemi a dire che queste sugli anziani, a molti dei quali io augurerei la vita eterna, sono dimostrazioni di quel particolare gusto del sadico che talvolta Dio in persona dimostra di avere.

Ed ora mandatemi pure una fatwa.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo...i nonni non dovrebbero morire mai. Highlanders.
Pero', il contrario non è dimostrazione del sadismo di Dio.
Detto questo, la fatwa non so lanciarla. Un anatema ti va bene?
(o come diceva Faletti "anatRema su di voi!")

Carlo Del Grande ha detto...

Vada per l'anatema! ;-)

Vedo il sadismo - so che non è facile evincerlo dal mio post - in tutto ciò che ruota attorno alla condizione dell'anzianità: parenti che ti evitano, solitudine, rincoglionimento, debilitazione, ecc.

Anonimo ha detto...

Bella riflessione e bel pezzo.Son sempre più convinto che di persone come te ce ne vorrebbero di più.

Si può in parte rimediare rispettando queste persone che hanno lavorato una vita, ed ascoltandoli o aiutandoli. Basta anche solo un saluto, credo che faccia piacere un pò di calore, in un mondo sempre più arido.

Ah, mancano anche a me i miei nonni. Li ho conosciuti poco...

Carlo Del Grande ha detto...

Troppo buono, Gianfranco... grazie mille! :)